Com’è l’uomo del terzo millennio?


Vivo nel terzo millennio, ma...
Vivo nel terzo millennio, ma…

Chissà perché, ancora oggi, quando si parla dell’uomo, inteso proprio come essere umano di sesso maschile, si tende ad associarlo ad un quadro di superficialità, a quello che sa fare bene a cazzotti, che prevale e l’ha vinta sugli altri, quello che nella relazione con una donna è colui che comanda e che ha diritto ad avere l’ultima parola.

Si tratterebbe dello stesso uomo che studia le mosse degli avversari con astuzia, che sa quando può giocare a braccio di ferro con la certezza di poter vincere e, altrettanto bene, che sa quando e con chi essere cauto e guardingo e battere in ritirata quando è conveniente farlo prima ancora che la guerra si scateni.

Si tratterebbe, infine, di quel genere di uomo che, in base alla circostanza in cui si trova, riesce ad essere il più intelligente ed affabile di tutti per poi, nelle situazioni in cui può permetterselo, si trasforma nell’uomo primitivo, nostro ancestrale antenato, che milioni e milioni di anni fa dimorava nelle caverne e andava a caccia per sopravvivere.

Questo, purtroppo, è lo scenario a cui talvolta assisto quando mi capita di parlare con i miei simili (si fa per dire). Coloro nei quali mi riconosco perché hanno i miei stessi attributi e che di certo non si descrivono in questo modo, ma che, nei fatti, tramite la comunicazione verbale e non, dimostrano di essere quei primitivi in modo così evidente ai miei occhi.

Per me questo non è l’uomo del nostro millennio. Chi sarebbe dunque costui? Non è di certo un supereroe o un essere superiore catapultato sulla terra da un altro pianeta del sistema solare.

Per il mio modo di vedere le cose, l’uomo del terzo millennio è quello, anzi quei tanti, di cui abbiamo bisogno: è un uomo ordinario, ma, nella sua ordinari età, è un uomo straordinario.

E’ quel genere di uomo che ama le sfide che lo fanno crescere, ma che non raccoglie quel tipo di sfide lanciate da chi vuole creare scompiglio.

E’ l’uomo che ha la forza, fisica e d’animo, per combattere una guerra, quando capisce che è per un giusto fine, ma che non accetta la guerra quando è concepita come messo di distruzione di cose e di persone.

L’uomo del nostro millennio è colui che sa quando ha ragione e quando ha torto e si comporta di conseguenza. Ma è anche colui che, anche se è dalla parte della ragione, ha una dose sufficiente di saggezza per capire che, in alcuni casi, è bene accollarsi un torto, anche quando avrebbe tutte le ragioni per camminare a testa alta e far valere i propri diritti.

L’uomo del terzo millennio sa chiedere scusa quando capisce di aver commesso un errore. Non solo. Ringrazia per averlo capito e ringrazia l’errore, perché, anziché identificarsi in esso, lo vede come un mezzo di cui gli è stato fatto dono per crescere e imparare qualcosa di nuovo.

E’ l’uomo che ignora sentimenti come la vendetta e il rancore, perché nel suo cuore ci deve sempre essere spazio per accogliere e coltivare altri sentimenti ben più importanti e vitali, come l’amore e il perdono, anche, se non soprattutto, verso sé stesso.

Ha poca rilevanza, per lui, il giudizio degli altri, soprattutto quando è sentenziato in modo scorretto e per ledere la sua integrità e la sua dignità. E’ sereno ed affronta la vita con entusiasmo, confidente del fatto di poter fare le scelte migliori per sé e per gli altri.

L’uomo del terzo millennio ama e rispetta la persona con cui ha deciso di vivere. Allo stesso modo, sa farsi amare e rispettare in pari misura. Anche nella dinamica di coppia, capisce quando deve andare in guerra e quando, al contrario, è giusto chinare il capo pur avendo ragione.

Non sente mai il bisogno di essere ringraziato. Capita, invece, che sia lui a ringraziare, non solo le persone, ma anche le meravigliose forze universali che, ogni giorno, gli donano l’energia per affrontare tutto con entusiasmo, vitalità, gioia e tanta voglia di imparare.

Il papà di una mia ex una volta mi disse una frase che non dimenticherò mai. Disse: “Nel grande conviene esser grandi. Nel piccolo si è quel che si è…

Ho pensato che questo articolo non poteva avere finale migliore se non questa frase, così densa di significato, così vera e sempre attuale.

Ora cari uomini, vi dovreste chiedere: “Ma io…sono un uomo del terzo millennio?”

Se lo siete lasciate il vostro commento per farlo sapere a tutti. Ma anche se non lo siete e avete voglia di esprimere il vostro parere, siete liberi di farlo. Anche a voi andrà il mio ringraziamento!

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